CONGIUNTURA II^ TRIMESTRE 2019: ECONOMIA LOMBARDA IN RALLENTY
Galli, Confartigianato Como: in un contesto di difficoltà serve stimolare gli investimenti e infondere nuova fiducia nelle imprese

I dati congiunturali dell’ultimo trimestre fanno temere un rallentamento della produzione manifatturiera vicina allo zero. La maggior parte dei settori infatti fa registrare una contrazione, e così avviene per gli ordinativi sul mercato interno.

Un generale rallentamento – sottolinea il Presidente di Confartigianato Como Roberto Galli - che dura da un po’, ed è trasversale, sta colpendo un po’ tutte le imprese, e non solo in Italia. È un rallentamento che ha le sue radici in un contesto macro-economico in difficoltà, con una più generale crisi della manifattura in Paesi come la Germania e conseguenze pesanti della guerra dei dazi tra USA e Cina sull’Eurozona, che ha nell’export uno dei punti di forza della propria economia.

 

Nel secondo trimestre 2019 si registra una variazione congiunturale della produzione delle aziende artigiane manifatturiere positiva, ma di intensità minima (+0,2%), così come per il dato tendenziale (+0,3%). L’indice della produzione sale a quota 98,2 (dato destagionalizzato, base anno 2010=100), restando ancora sotto quota 100.

 

L’analisi settoriale evidenzia una maggior numero di settori in contrazione rispetto a quelli in crescita (6 settori su 11) ma con intensità delle variazioni più contenuta così che, in media, la crescita riesce a prevalere. La contrazione maggiore si registra per il settore pelli-calzature (-2,4%), seguito da: siderurgia (-2,2%), carta-stampa (-1,1%), abbigliamento (-0,9%), tessile (-0,4%), meccanica (-0,2%). Trainano i settori in crescita di questo trimestre i minerali non metalliferi (+5,8%) seguiti da legno-mobilio (+2,9%), alimentari (+0,7%) e gomma plastica (+0,3%). Le manifatturiere varie non registrano variazioni in questo trimestre.

 

Gli ordini interni dell’artigianato manifatturiero sono in contrazione sia su base annua (-1,2%) sia rispetto al trimestre precedente (-0,3%). Crescono, invece, gli ordini esteri (+7,5% tendenziale e +3,3% congiunturale) ma la quota del fatturato estero sul totale rimane poco rilevante (8% del fatturato totale).

 

Il saldo occupazionale è positivo (+0,7%), per via della riduzione del tasso d’ingresso al 2,8% non contrastata dal tasso d’uscita che rimane stabile al 2,1%. Considerando la variazione congiunturale al netto degli effetti stagionali, il risultato rimarca la stabilità dei livelli con una variazione leggermente positiva (+0,4%) in linea con lo scorso trimestre. In calo il ricorso alla CIG con una quota di aziende che dichiara di aver utilizzato ore di cassa integrazione al 2,6% e la quota sul monte ore allo 0,5%.

 

Con dati come questi – sottolinea Galli - le aspettative degli imprenditori artigiani sono “prudenzialmente” pessimistiche, con saldi tra previsioni di crescita e diminuzione negativi per quasi tutte le variabili, minando quel clima di fiducia delle imprese necessario a rivitalizzare investimenti e produzione.

 

E’ tempo per rinnovare lo sforzo comune, europeo ma soprattutto nazionale: Governo, Istituzioni, forze politiche, economiche e sociali per dare nuovo valore (e speranza) al sistema imprenditoriale italiano sul quale pesa anche e ormai da troppo tempo, un sentimento “anti-imprenditoriale” che contribuisce ad affossare la fiducia invece che consolidarla.

Più volte abbiamo chiesto sburocratizzazione, investimenti in infrastrutture, il taglio del costo del lavoro e interventi sugli sprechi. L’impresa è generatore di ricchezza e occupazione per l’intera comunità. Offriamo formazione e crescita professionale e investiamo nel futuro dei giovani ed è legittimo aspettarsi in cambio azioni di sostegno, collaborazione e sinergie concrete per invertire questa tendenza.