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VACCINAZIONE COVID 19
IN AZIENDA IL SISTEMA CONFARTIGIANATO LOMBARDIA SI METTE A DISPOSIZIONE

Galli, Confartigianato Como: siamo disponibili ad un confronto con la Regione per attuare un piano concreto di intervento

Come espressamente comunicato e assicurato a Regione Lombardia, il sistema Confartigianato Imprese lombardo, unitamente a tutte le proprie organizzazioni territoriali aderenti, ha accolto con interesse il provvedimento approvato dalla Giunta Regionale sulla possibilità di costruire una rete vaccinale riservata ai lavoratori per consentirne la protezione anti Covid-19 anche presso le aziende, con il contributo di organizzazioni datoriali, imprenditori e medici competenti.

 

Dopo averla assicurata alle persone fragilissime e fragili – evidenzia Roberto Galli Presidente di Confartigianato Como - la scelta di procedere alla vaccinazione dei lavoratori è certamente giusta e corretta, nonché prioritaria se si vuole favorire la ripresa in sicurezza del sistema economico, ed è certamente indispensabile se si vuole restituire, nel più breve tempo possibile al sistema economico la dinamicità persa a causa della pandemia.

Con questo sentimento la nostra rappresentanza lombarda, ha assicurato alla Regione di voler al più presto sottoscrivere il relativo Protocollo di Intesa, impegnandoci anche a proporre eventuali integrazioni e adattamenti, se necessari, per evitare che si inneschino fattori di disparità per le PMI, a cominciare dalla potenziale esclusione di tantissime piccole e medie imprese per le quali sarebbe difficilissimo organizzare la somministrazione dei vaccini nella propria sede, in assenza di adeguate condizioni igienico-sanitarie, logistiche e organizzative.

 

Continua Galli – sottolineiamo il nodo critico della necessità di prevedere figure amministrative e infermieristiche che possano contribuire alla (complessa) logistica della vaccinazione, tenuto conto che i medici non possono da soli sostenere tutto il carico amministrativo e burocratico conseguente e neppure possono farlo le piccole imprese, se lasciate sole. A fronte della polverizzazione imprenditoriale e dei lavoratori sul territorio, che è caratteristica tipica della struttura produttiva e di servizi lombarda per rendere possibile l’attuazione di un piano vaccinale realmente diffuso, riteniamo che occorra definire urgentemente un piano logistico serio, diffuso, capillare, efficiente ed efficace, senza che questo comporti la traslazione dei pesanti costi relativi esclusivamente sulle spalle del sistema produttivo.

 

Mentre è indispensabile garantire, dunque, per le PMI, che occupano oltre il 50% dei lavoratori, le medesime condizioni assicurate alle grandi aziende e alle industrie e consentire anche a questa grande quantità di lavoratori di operare in piena sicurezza e a questa fetta rilevantissima del nostro sistema economico di ripartire, rimane necessario farlo senza che i problemi organizzativi e sanitari rischino di inceppare il meccanismo vaccinale. Per questo come Associazioni del territorio, metteremo a servizio le nostre risorse, in una joint venture che Confartigianato Lombardia ritiene assolutamente necessaria con Regione Lombardia, alla quale è stato richiesto un impegno reale nella messa a disposizione di spazi temporanei e attrezzati nei territori, magari con linee e aree dedicate e con il necessario personale medico e infermieristico di supporto, ove poter convogliare i lavoratori delle piccole e micro imprese che non possano essere vaccinati nei propri luoghi di lavoro, allorché inadatti.

Vanno infine chiariti gli aspetti dirimenti della campagna vaccinale – rimarca il Presidente di Confartigianato Como - che al di là delle aspettative e degli eccessivi slanci mediatici, Confartigianato non intende, infatti, sottovalutare né nascondere le difficoltà e gli ostacoli alla campagna vaccinale, sia nazionale che lombarda, che continuamente si manifestano. A partire dalle carenze strutturali e della materia prima infatti, è difficile pensare che, a breve termine, si possa partire con la somministrazione dei vaccini nelle imprese superando i tanti problemi ancora non risolti. È necessario dunque fare chiarezza e dare certezze agli imprenditori perché possano valutare cosa significa costituire un centro vaccinale presso la propria azienda, garantendo le condizioni di sicurezza, sanitarie, logistiche, organizzative e amministrative richieste dalle bozze di protocolli diffuse.

Anche sui tempi, Confartigianato Lombardia ha chiesto a Regione e allo Stato una operazione di assoluta trasparenza, chiarendo, anche per non creare false illusioni, da quando i vaccini saranno disponibili per i lavoratori, e quali vaccini, e a quali condizioni di conservazione, tenendo conto che, a oggi, una parte significativa delle categorie maggiormente a rischio (over 80 e persone fragili) non sono ancora state vaccinate e non dando per scontata la fornitura dei vaccini a breve (si veda la recentissima vicenda del vaccino AstraZeneca).

Sarà, peraltro, anche indispensabile, nell’ambito del mondo del lavoro, stabilire con chiarezza quali dovranno essere i settori merceologici e le mansioni considerati a maggior rischio e ai quali, dunque, riservare la priorità. Nonché quali responsabilità, anche penali, rispetto alla gestione della vaccinazione, potranno ricadere sui datori di lavoro stessi.

 

Non ultimo – sottolinea Roberto Galli - il ruolo del Medico Competente, che può aderire solo volontariamente e che si dovrebbe rendere disponibile assumendosi le responsabilità che la somministrazione del vaccino comporta, riservando il giusto livello di attenzione alla storia clinica della persona e fronteggiando i possibili effetti collaterali e la loro gestione a breve termine.

L’attività di vaccinazione dei lavoratori delle attività produttive effettuata in azienda attraverso la disponibilità del medico competente costituisce iniziativa di sanità pubblica, rivolta alla tutela del cittadino, e si inserisce nella offerta complessiva alla popolazione, nel rispetto delle priorità definite negli atti di indirizzo nazionali e regionali. I vaccini, qualora disponibili, verranno forniti dal SSR (Sistema Sanitario Regionale), ma l’attività del personale sanitario (Medico Competente in primis) e di quello che deve organizzare la campagna vaccinale sarà interamente a carico delle aziende?

Si tratta di domande cruciali – conclude il Presidente Galli - per impostare una concreta campagna vaccinale nelle imprese, rispetto alle quali Confartigianato Lombardia ha sollecita con forza le Istituzioni a fornire risposte chiare e rassicuranti, a tutela degli imprenditori e dei lavoratori e a questo scopo i nostri verti i regionali unitamente alle organizzazioni territoriali, confermano a Regione Lombardia la propria disponibilità, in tempi brevissimi, a un confronto tecnico operativo.


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