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Pubblicata il: 01-10-2019
Attestazione di conformità e detrazione IRPEF locazione a canone concordato
Un soggetto ha in essere un contratto di locazione dell’appartamento nel quale risiede a canone concordato. Per poter usufruire della specifica detrazione IRPEF è necessario possedere l’attestazione di conformità del contratto all’accordo locale?
Per i contratti a canone concordato “non assistitiâ€, ai fini del riconoscimento delle agevolazioni fiscali, è necessario, come prescritto dal DM 16.1.2017, che almeno un’organizzazione firmataria dell’accordo territoriale attesti la conformità del contratto, stipulato autonomamente tra le parti, rispetto a quanto previsto dall’accordo territoriale di riferimento. L’obbligo di disporre dell’attestazione in esame, così come specificato dall’Agenzia delle Entrate nella Risoluzione 20.4.2018, n. 31/E, non è necessaria per i contratti stipulati prima dell’entrata in vigore del citato Decreto (ossia, prima del 15.3.2017) ovvero anche successivamente, laddove non risultino stipulati accordi territoriali che abbiano recepito le previsioni del citato Decreto.
Pubblicata il: 30-09-2019Mod. IVA TR e calcolo aliquota IVA media
Per il calcolo dell’aliquota IVA media, per la compensazione del credito IVA trimestrale, va conteggiata anche l’imposta a debito relativa alle operazioni soggette a reverse charge?
Per la richiesta a rimborso / compensazione del credito IVA trimestrale va compilato e inviato all’Agenzia delle Entrate in via telematica, entro la fine del mese successivo al trimestre di riferimento, l’apposito mod. IVA TR. In particolare, nell’ambito di tale modello: - l’ammontare (imponibile e imposta) delle operazioni attive va riportato nel quadro TA; - l’ammontare (imponibile e imposta) delle operazioni passive va riportato nel quadro TB; - l’ammontare dell’IVA (a debito) collegata all’applicazione del reverse charge va evidenziato a rigo TC2. Con riferimento al calcolo dell’aliquota IVA media delle operazioni attive maggiorata del 10% le istruzioni specificano che la stessa va determinata utilizzando la seguente formula: IVA a debito (rigo TA22, col. 2) +/- variazioni / arrotondamenti (rigo TA23, col. 2) - IVA cessioni beni ammortizzabili (rigo TA33, col. 2)/ (Totale operazioni effettuate (rigo TA22, col. 1) - Imponibile cessioni beni ammortizzabili (rigo TA33, col. 1))) Da quanto sopra si può desumere che non va conteggiata e quindi non assume rilevanza l’IVA a debito relativa alle operazioni assoggettate a reverse charge.
Pubblicata il: 30-09-2019Tassazione dividendo percepito da eredi
Due sorelle, in qualità di eredi, hanno incassato nel 2018 un dividendo deliberato ante decesso del padre (26.12.2017) possessore di una partecipazione pari al 64% del capitale sociale di una srl. Come sono tassate tali somme in capo alle sorelle?
Come disposto dall’art. 7, comma 3, TUIR in caso di morte dell’avente diritto i redditi percepiti dagli eredi / legatari devono essere determinati secondo le disposizioni proprie della categoria di appartenenza del de cuius e sono assoggettati a tassazione separata. Nel caso di specie, trattandosi di dividendi riferiti ad una partecipazione qualificata, per individuare l’ammontare da assoggettare a tassazione vanno considerate le relative regole. In particolare, con riferimento ai dividendi derivanti da utili prodotti successivamente al 31.12.2007 e fino all’esercizio in corso al 31.12.2017 deliberati entro il 31.12.2022, continuano ad applicarsi le percentuali di concorrenza al reddito complessivo (40% - 49,72% - 58,14% a seconda dell’esercizio di formazione dell’utile). Ai fini della tassazione separata, l’imposta dovuta da ciascuna erede è determinata, ai sensi del comma 2 dell’art. 21, TUIR, applicando all’ammontare “percepitoâ€, diminuito della quota dell’imposta sulle successioni proporzionale al credito indicato nella relativa dichiarazione, l’aliquota corrispondente alla metà del reddito complessivo netto nel biennio anteriore all’anno in cui si è aperta la successione. I redditi percepiti nel 2018 in qualità di eredi vanno indicati nei righi RM10 / RM11 della Sezione IV del quadro RM del modello REDDITI 2019 PF. In particolare nel caso di specie va indicato: - l’anno di apertura della successione (campo 1); - il dividendo (determinato, come accennato, applicando la specifica percentuale alla somma degli utili corrisposti nell’anno desumibili dalla relativa certificazione), al lordo della quota dell’imposta sulle successioni proporzionale al credito indicato nella relativa dichiarazione (campo 2); - la quota dell’imposta sulle successioni (campo 3). Per tali redditi è dovuto il versamento dell’acconto nella misura del 20%, da evidenziare nella Sezione VI del quadro RM. Per completezza si evidenzia che il contribuente (erede) può optare per la tassazione ordinaria, barrando l’apposita casella (campo 5).
Pubblicata il: 30-09-2019Detrazione IRPEF spese osteopata
Una signora ha pagato nel 2018 spese mediche per circa € 2.000. Tra queste sono state riscontrate 2 fatture (con IVA) per “seduta osteopataâ€. Per tali prestazioni può usufruire della detrazione IRPEF del 19% nel modello REDDITI 2019 PF?
In merito alla detrazione IRPEF del 19% prevista dall’art. 15, comma 1, lett. c), TUIR relativa alle spese sanitarie (per la parte eccedente la spesa di € 129,11) l’Agenzia delle Entrate nella Circolare 31.5.2019, n. 13/E ha ribadito che: - la stessa non spetta per le spese relative a prestazioni rese dagli osteopati non esercenti una professione sanitaria riconosciuta; - le prestazioni di osteopatia, riconducibili alle competenze sanitarie previste per le professioni sanitarie riconosciute, sono detraibili se rese da iscritti a dette professioni sanitarie. Per completezza si evidenzia che con l’art. 7, Legge n. 3/2018 il Legislatore ha riconosciuto nell’ambito delle professioni sanitarie le professioni dell’osteopata e del chiropratico. L’operatività di tale previsione è comunque subordinata all’emanazione degli specifici Decreti attuativi.
Pubblicata il: 30-09-2019Maggiori ricavi 2018 ai fini ISA e regime forfetario
Un contribuente ha incassato nel 2018 compensi per circa € 64.000. Dal 2019 ha adottato il regime forfetario. Ora, in sede di compilazione del modello REDDITI 2019, intende dichiarare maggiori compensi per circa € 2.000 al fine di migliorare il proprio ISA. Considerando anche tali maggiori compensi il contribuente ha superato la soglia di € 65.000 prevista per l’applicazione del regime forfetario. È necessario applicare il regime ordinario dall’1.1.2019?
La risposta è negativa. L’art. 1, comma 55, Finanziaria 2015, come modificato dalle Finanziaria 2019 al fine di tener conto dell’introduzione degli “Indici sintetici di affidabilità fiscale†(ISA). In particolare, tale comma prevede che “ai fini della verifica della sussistenza del requisito per l’accesso al regime forfetario di cui al comma 54 ... non rilevano gli ulteriori componenti positivi indicati nelle dichiarazioni fiscali ai sensi del comma 9 dell’articolo 9-bis del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2017, n. 96â€. Da quanto sopra è quindi previsto che non rilevano ai fini della verifica della sussistenza del requisito per l’accesso al regime forfetario gli ulteriori componenti positivi (“adeguamentoâ€), indicati in dichiarazione, per migliorare il profilo di affidabilità e per accedere al regime premiale, ex art. 9-bis, comma 9, DL n. 50/2017. Di conseguenza nel caso di specie il contribuente, al sussistere degli altri requisiti, può applicare il regime forfetario.