Il 2025 si presenta come un anno di transizione per l’artigianato della provincia di Como, caratterizzato da segnali moderatamente positivi sul fronte della produzione ma anche da elementi di debolezza strutturale che continuano a pesare sul comparto. I primi nove mesi dell’anno hanno mostrato un leggero aumento della produzione artigiana, stimato intorno all’1,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024. È una dinamica che suggerisce un mercato in lenta ripresa, alimentato da un lieve incremento degli ordini e da un fatturato che resta però quasi fermo.
L’impressione generale è quella di un settore che tende a stabilizzarsi dopo un biennio difficile, ma senza riuscire a imboccare una vera traiettoria di crescita. La domanda interna rimane debole, frenata da consumi prudenti e dalla crescente attenzione dei cittadini ai prezzi. Anche la domanda estera, pur mantenendo una certa vivacità in alcuni segmenti, non compensa appieno la riduzione degli ordini provenienti dal mercato nazionale. Nei comparti più tradizionali si osservano dinamiche differenziate: l’artigianato legato alla filiera del legno-arredo mostra una tenuta relativamente migliore, mentre le micro imprese del tessile e della meccanica leggera continuano a soffrire per la competizione internazionale e per la volatilità dei costi.
Accanto alle incertezze economiche, il 2025 continua a mettere in evidenza una criticità ormai cronica: la difficoltà a reperire personale specializzato. Molte imprese artigiane comasche segnalano carenze di competenze tecniche avanzate e una crescente difficoltà ad attrarre giovani verso i mestieri tradizionali. Questa situazione rallenta la possibilità di assorbire nuova domanda, limita gli investimenti e costringe diversi piccoli imprenditori a rinviare piani di sviluppo.
Sul fronte demografico, anche negli ultimi dodici mesi si registra un numero di cessazioni superiore a quello delle nuove iscrizioni, fenomeno che contribuisce a ridurre lentamente ma costantemente la base produttiva artigiana della provincia. Il trend rispecchia un andamento regionale più ampio: in Lombardia, nel corso del 2024 e dell’inizio 2025, il numero delle imprese artigiane attive è diminuito di circa lo 0,6 per cento. Per Como non si osservano crolli, ma una progressiva erosione che interessa soprattutto le imprese di piccolissime dimensioni e quelle non specializzate.
Non mancano, tuttavia, elementi di resilienza. Alcune aziende che hanno investito in digitalizzazione, tecnologie di processo, e apertura verso i mercati esteri stanno mostrando performance migliori rispetto alla media. Anche la qualità delle produzioni tipiche del territorio continua a rappresentare un punto di forza, soprattutto nelle nicchie ad alto valore aggiunto e nella manifattura che integra lavorazioni artigianali con design, servizi e personalizzazione.
Le prospettive per i prossimi mesi dipendono in gran parte da fattori esterni: l’evoluzione dei prezzi dell’energia, la stabilità dei mercati globali, l’andamento della fiducia dei consumatori e le politiche regionali di sostegno al settore. L’artigianato comasco potrà consolidare la lieve ripresa se riuscirà a cogliere i segnali positivi provenienti da alcuni comparti e se le imprese sapranno investire nella qualificazione del lavoro, nell’innovazione e nella capacità di differenziarsi.
Il 2025, più che un anno di svolta, appare quindi come un passaggio intermedio: un periodo in cui l’artigianato di Como sta lentamente ritrovando equilibrio, pur restando esposto a fragilità strutturali che richiedono interventi mirati e una visione di sviluppo coerente con le trasformazioni in corso nei settori produttivi locali e internazionali.

A cura di Megna Francesco