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CATEGORIE E TERRITORIO

Auto elettrica. È davvero il momento giusto per acquistarla? Intervista al Presidente del Settore Autoriparatori Angelone

Addio ai motori a combustione dal 2035. Questa la decisione del Ministero della Transizione Ecologica, che spinge con forza verso l’adeguamento ai piani europei per una nuova mobilità sostenibile, incentrata fortemente sulla produzione e la vendita dei nuovi veicoli elettrici. Ma è davvero il momento giusto per acquistare un’auto elettrica? Ne parliamo con Alessandro Angelone, Presidente del Settore Autoriparatori 

 

  1. Presidente, quali sono le differenze di prestazione dei veicoli elettrici rispetto a quelli tradizionali? 

Il termine “prestazione” si può applicare a diversi ambiti in un veicolo, ad esempio da 0 a 100 in … secondi, ma anche in termini di autonomia di viaggio, (800 km con un pieno) costi di gestione e manutenzione, stabilità e confort di viaggio, ecc. ecc. ma questo sarà probabilmente oggetto delle prossime domande. 

Immagino quindi che la domanda sia in termini di “prestazioni motoristiche” e qui l’elettrico vince alla grande, esso infatti ha una efficienza media superiore all’90% rispetto ai migliori termici a benzina che ne hanno circa il 40% e i diesel che si attestano al 45%, senza contare dell’accelerazione “mozzafiato” con cui normalmente scaricano a terra l’intera potenza a disposizione.    

 

  1. Quali sono i costi di acquisto e gestione di un’auto elettrica rispetto a un’automobile tradizionale oggi? 

Una indicazione in senso generale che mi sento di dare, è che i costi di acquisto, a parità di segmento di appartenenza, subiscono un aggravio medio intorno ai 10.000 euro rispetto ad un veicolo tradizionale. 

Sul fronte della gestione, (credo intenda la manutenzione) ad oggi per noi Indipendenti, non legati a nessun Brand, non ci sono molte possibilità di commesse. Le motivazioni sono molteplici, ne citerò solo due, come ad esempio:

-Contratti di garanzia estesa “blindati”, che possono arrivare fino a otto anni, e che prevedono dei controlli annuali da cui non ci si può sottrarre, ma che il cliente sottoscrive comunque con il timore di interventi costosi come la sostituzione delle batterie. 

-La carenza di informazioni tecniche, che di fatto mantengono un monopolio per i Costruttori e le loro Reti di Assistenza, escludendo tutto il “mondo” Indipendente dell’Autoriparazione, alla faccia della libertà di scelta per il consumatore e della libera concorrenza. 

 

  1. Parliamo di aspetti tecnici di gestione di un’auto elettrica, ad esempio quanto tempo ci richiede la ricarica di una batteria e quanti km dura, in media, una ricarica? 

Per questa domanda è necessario “scendere” nelle caratteristiche di ogni singolo modello, in ogni caso sempre in senso “generale” posso dire che i tempi di ricarica di un’auto media con una batteria da 25Kw necessita di 8 ore con i 3,0 Kw delle nostre abitazioni, circa 2 ore con una colonnina da 22 Kw, per passare a soli 30 minuti con le stazioni di ricarica che erogano tra 43 e 50 Kw di potenza. 

Un altro aspetto, che può far variare i tempi, è la capacità del carica batteria installata a bordo, dal tipo di cavo in dotazione al veicolo e dello stato di carica e di capacità dell’impianto di accumulo del veicolo. 

Anche la durata “in percorrenza” dipende da quanto è capiente la batteria, da quanto sono “energivori” i motori installati e cosa non di poco conto, il tipo di percorso e lo stile di guida del driver.

Infatti per ottenere il massimo da ogni sistema, è necessario “imparare” a dosare il pedale nella fase di accelerazione, ma anche anticipare il rilascio per sfruttare al meglio il recupero di energia. 

 

  1. Qual è la situazione delle infrastrutture di ricarica sul territorio? 

Ahimè, devo ammettere che non ne conosco esattamente i numeri, credo di poter dire che in Como e zone adiacenti non siamo messi “troppo” male, anche per il limitato numero di veicoli Full Electric presenti, di certo molte attività come i centri commerciali e quelle ricettive del turismo, si sono dotate di stazioni di ricarica per soddisfare al meglio le richieste aggiuntive proprio dei turisti, e poi credo di poter dire che i residenti del territorio che hanno scelto il Full Electric o Plug-in, si sono organizzati autonomamente  per il loro approvvigionamento quotidiano.

Per onestà va detto però che appena fuori dalla cintura cittadina, al momento c’è il “nulla”, una situazione che rispecchia “fedelmente” la carenza di infrastrutture che riscontriamo nell’intero nostro Paese. 

 

  1. Le auto elettriche sono davvero a minore impatto ambientale rispetto agli altri veicoli? 

Bella domanda, se lo chiediamo al “popolo” dei Pro-Electric e a chi le produce la risposta è certamente un sì, al contrario di ciò che dicono i Pro-Termico che contrastandoli, provano anche ad argomentare motivazioni dal loro punto di vista coerenti. 

Su questo tema, l’Autoriparazione Indipendente di Confartigianato, che mi onoro di rappresentare dal nostro territorio fino alla Confederazione Nazionale, ci conferma che le auto elettriche hanno un minore livello di emissioni durante l’utilizzo, ma ci sono ancora delle zone “grigie” che conosciamo poco, a partire dall’impatto ambientale generato dalla produzione di tutti i componenti utilizzati e nell’intero ciclo di vita, incluso la gestione finale delle batterie. 

Un altro aspetto che emerge in ogni confronto, meeting o convegno che realizziamo, ma anche in altri in cui siamo invitati a relazionare, è che queste auto elettriche sono sì ad impatto “zero” come emissioni della Co2, ma utilizzano una energia di cui noi come Paese, insieme ad altri Paesi Europei siamo ancora troppo carenti, a tal punto che per soddisfare la domanda interna, sia essa di tipo industriale o domestica, ancora oggi si produce con altre fonti energetiche non sempre troppo  Green, come il nucleare di Francia e Svizzera, e ahinoi anche Carbone. 

Anche qui, per onestà intellettuale bisogna far chiarezza, nel senso che, se il nemico da combattere per salvare il nostro Pianeta è la Co2, responsabile del surriscaldamento terrestre, non dobbiamo considerare un “male minore” la Co2 prodotta dagli impianti industriali di qualsiasi genere, incluso le Centrali Elettriche che vanno a Carbone, usate in prevalenza dai Paesi Asiatici e anche da qualche Paese Europeo, in Italia ne abbiamo in funzione sette, pur trovando sul podio europeo la Germania, Polonia e Gran Bretagna. 

 

  1. Quali sono gli incentivi oggi disponibili per l’acquisto delle macchine elettriche oggi? 

Gli incentivi ecobonus per l’acquisto di un’auto elettrica non ci sono, o meglio nella legge di Bilancio 2022 non sono stati stanziati nuovi fondi per tale scopo.  

Questo provocherà una inevitabile contrazione delle vendite di auto elettriche, ricordo che nel 2021 l’incentivo massimo era di 10.000 euro per ogni auto venduta, ma la contrazione riguarderà anche le altre tipologie come le Ibride, le Ibride Plug-in e gli endotermici euro 6 di ultima generazione.

Nel Bilancio 2022 troviamo invece prorogato fino al 2024, il bonus del 40% sulle spese sostenute per l’installazione, l’acquisto di colonnine di ricarica, inclusa la realizzazione delle infrastrutture per le auto elettriche.

Sono stati prorogati fino al 31 dicembre 2022, anche gli incentivi fiscali per le operazioni di retrofit, ovvero l’installazione di un motore elettrico al posto di quello termico, in questo caso il bonus è del 60% per una spesa massima ammissibile di 3.500 euro.

 

  1. I veicoli elettrici possono rappresentare un’opportunità per le imprese? Per esempio quelle del settore dei trasporti. 

I veicoli elettrici, come tutte le altre innovazioni tecnologiche che si sono “affacciate” nel mondo Automotive negli ultimi tre decenni, sono sempre una nuova opportunità per le Imprese. 

Per quelle dei Trasporti certamente sì, soprattutto se si occupano della distribuzione di prodotti a negozi e residenti in città, dove certamente vigeranno restrizioni per la mobilità veicolare e proprio l’uso di veicoli “sostenibili” farà la differenza per questo tipo di attività. Un’altra possibilità finalizzata al contenimento dei consumi di carburante di estrazione fossile a favore di altri più green, ci viene data dall’uso di metano liquido e idrogeno, di cui da tempo si stanno affinando le performance e l’affidabilità proprio su veicoli da trasporto. 

Le opportunità non mancheranno nemmeno sul fronte dell’Autoriparazione, la crescente diffusione di city car Full-Electric in aggiunta ad altre forme di mobilità come quelle citate in precedenza, genereranno richieste di assistenza da parte di questi utenti e noi dobbiamo farci trovare pronti!

 

  1. Presidente, secondo lei è davvero arrivato il momento dell’elettrico? Perché? 

Il mio personale punto di vista su questo tema è condizionato da ciò che “raccolgo” nelle occasioni di confronto con altri attori del settore Automotive. 

Se ne parla tanto e da diverso tempo, ma in realtà le informazioni sono “incomplete” da tutti gli interlocutori coinvolti. Nessuno sa cosa realmente accadrà perché i fattori che determinano il “cambiamento” delle “abitudini” sono molteplici e tutte sono in grado di incidere ed incideranno per una veloce e reale fruibilità dell’elettrico. 

L’ho appena accennato nella quarta domanda, ovvero le Infrastrutture! 

Senza infrastrutture questo tipo di mobilità non potrà avere una grande diffusione, di certo sarà maggiore nelle città e molto meno nelle zone rurali, e poi come sempre accade, senza incentivi l’utente non può sostenere tutti i costi di una tecnologia ad oggi ancora troppo “costosa” rispetto alla precedente. 

In ogni caso, ritengo verosimile una mobilità sempre più attenta alle emissioni che utilizzano energie sostenibili e rinnovabili, ma che necessariamente sarà mista e dovrà essere vicina ai bisogni e alle reali esigenze di mobilità di ognuno di noi. 

Personalmente mi immagino un futuro prossimo con emissioni zero o vicino allo zero nelle grandi città e nei grossi agglomerati urbani con un uso “importante” del Full-Electric, una mobilità Ibrida e Ibrida Plug-In nei centri minori, nelle zone rurali e in quelle maggiormente disagiate. 

Per i grandi “consumatori” di combustibili e quindi grossi “produttori” di Co2, l’utilizzo di nuove “versioni” di carburanti come il Metano Liquido nell’autotrazione “pesante” e nella nautica potrà certamente fare una grande differenza, sono questi i dati confortanti che emergono dalle prime applicazioni di questo genere. 

Sul fronte della mobilità veicolare leggera, troviamo applicazioni di Metano, Gpl e nuovi carburanti sperimentali di provenienza “chimica” che stanno dimostrando di poter competere e convivere con altre modalità energetiche green. 

D’altronde e mi avvio a concludere, ognuno di noi ha da sempre scelto il tipo di veicolo e di alimentazione, in funzione dell’uso, in termini di quantità chilometrica annuale, e del tipo di percorrenza media, ovvero urbano, extraurbano o autostradale, e non ho motivo di pensare che in futuro possa essere cambiato questo parametro di valutazione, che rimane alla base di ogni scelta consapevole. 

Se posso ancora un suggerimento finale, dico ai miei colleghi di continuare a formarsi intensamente come tecnici, così come abbiamo fatto molto bene negli ultimi tre decenni, per tutti quei sistemi di contenimento dell’ inquinamento e di sicurezza applicati ai veicoli, ma soprattutto senza tralasciare un ulteriore aspetto altrettanto importante, ovvero l’attenzione al cliente, alle sue esigenze e “preoccupazioni” sulla mobilità futura, possiamo fare molto per loro e se posso suggerisco a tutti di farlo con il “cuore in mano”, facciamo che vivano da noi e con noi un’esperienza unica, doniamo loro una consulenza condita con il nostro “prezioso” sapere, affinché anch’essi possano sentirsi accuditi, sicuri e maggiormente consapevoli con il nostro sostegno.

 

 

 

Alessandro Angelone

 

 

 

 


A cura di Filippo Gerbino